2 miliardi dal Recovery Fund (in aggiunta ai 3,7 miliardi del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile) per incamminarsi in maniera radicale verso la transizione energetica. Fondi coi quali «non sarà più possibile acquistare bus diesel Classe I. L’Europa ci chiede di accelerare: non c’è posto per il diesel nel futuro del trasporto pubblico urbano», ha chiarito Giuseppe Catalano, coordinatore della Struttura Tecnica del MIT, intervenuto stamani alla prima data 2021 del Mobility Innovation Tour.

Una data focalizzata sul tema: “Protocollo d’intesa Asstra-Enel X, verso la transizione elettrica”. Al tavolo dei relatori, oltre a Catalano: il presidente Asstra Andrea Gibelli; Sonia Sandei, Head of Electrification in Enel Italia; l’onorevole Davide Garigliodella IX Commissione trasporti Camera; Luca Cascone, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Il focus di Asstra sulla riforma del trasporto pubblico

«Ci auguriamo che la riforma del trasporto pubblico non guardi alla mobilità pre pandemia – così il presidente Asstra Andrea Gibelli -. Auspichiamo una riforma che tenga in considerazione il grande tema del cambio dei tempi della città. Siamo passati da 500mila a 6 milioni di persone che svolgono la loro attività lavorativa da remoto. La mobilità oggi ha nuovi standard».

Sempre sulla riforma del trasporto pubblico è intervenuto l’onorevole Davide Gariglio, IX Commissione Trasporti Camera: «La pandemia ha cambiato le nostre abitudini. C’è da innovare un sistema molto vetusto. Non si può tenere separato il settore delle aziende di trasporto da quelle che producono veicoli e gestiscono l’energia. Bisogna creare le condizioni per far sì che chi partecipa a una gara possa ragionare in un’ottica di costo chilometrico.

Enel X, transizione energetica, Piano nazionale

«Siamo onorati di aver firmato questo importante protocollo, la transizione elettrica è un processo complesso e la relazione con un soggetto importante come Asstra non può che essere un elemento di crescita», ha dichiarato Sonia Sandei, Head of Electrification in Enel Italia. «Certamente sul tema del Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile abbiamo alcuni quesiti che devono essere dipanati: i tempi di realizzazione e lo scenario. Il primo elemento è per noi fondamentale: è necessario accelerare il processo. Il secondo emerge invece da un’analisi di sistema: come Enel abbiamo la necessita di confrontarci con aziende che hanno un orizzonte temporale importante. E sino a che non sapremo i programmi in tema di gare di servizio sarà per noi davvero difficile pianificare le nostre strategie».

La transizione energetica: mai più diesel per il tpl urbano

«Il trasporto pubblico deve contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione del pianeta – così Catalano -. E deve sviluppare una qualità del servizio che disincentivi l’uso dell’auto privata. Il sistema è oggi orientato sul lato dell’offerta, deve essere rivoltato tenendo al centro la domanda di mobilità dei cittadini. Per fare ciò servono informazioni. Un esempio significativo: i nostri mezzi non ci permettono di contare il numero dei passeggeri a bordo».

Sul tema della transizione energetica, Catalano ha aggiunto: «Il Pnsms mette a disposizione 3,7 miliardi in 15 anni. Il Recovery Fund mette a disposizione ulteriori 2 miliardi di euro in cinque anni, da qui al 2026. L’Ue ci chiede di accelerare: è in corso una revisione della direttiva Dafi con focus sulle trazioni alternative, vale a dire l’abbandono di carburanti di origine fossile. Nell’ambito del Recovery Fund pensiamo di poter finanziare alcuni progetti iniziali per l’idrogeno, ma è un dato di fatto che il grosso delle risorse nei prossimi anni sarà destinato alla transizione verso l’elettrico. Nella logica dell’emergenza abbiamo acconsentito a un rallentamento temporale del Pnsms: abbiamo acconsentito all’acquisto di bus diesel entro il primo semestre 2021 per sveltire il rinnovo delle flotte. La prospettiva è che dobbiamo procedere al superamento dei combustibili fossili a partire dal trasporto urbano».